domenica 29 gennaio 2012



Nell'attesa che il cinema mobile si rincammini di nuovo verso lo spettatore, sono andato al cinema.


Benvenuti al nord

REGIA: Luca Miniero

SCENEGGIATURA: Fabio Bonifacci, Massimo Gaudioso

ATTORI: Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Paolo Rossi, Valentina Lodovini, Giacomo Rizzo, Nando Paone, Nunzia Schiano


PRODUZIONE:

Cattleya, MedusaFilm


DISTRIBUZIONE: Medusa film PAESE:Italia 2012 GENERE: Commedia


Benvenuti nella patria dei luoghi comuni: i napoletani sono ritardatari e confusionari; i milanesi "ammazzano il sabato" andando a rimorchiare nei locali trendy vestiti da ryders pirla; i mariti milanesi appena hanno avuto un diverbio con la propria moglie sognano di tradirla con una più giovane; impiegati statali che si fingono non vedenti ed in carrozzina. Questo film è l’ennesima trovata dei nostri sceneggiatori e produttori italiani senza coraggio e senza idee per continuare a vivacchiare sul far ridere a proposito dei nostri facili “usi e costumi italici”.

La pellicola gira a vuoto, rilasciando letteralmente a caduta battute scontate, scene messe in piedi con lo sguardo rivolto alla peggior macchietta televisiva. Un esempio tra le molteplici è quando il protagonista napoletano che “fu Peppino o Totò” scende con le “spalle” dal treno con un’enorme, gigantesca moka (nemmeno la caffettiera classica “napoletana”!), alla stazione del nord: Milano.

Il pubblico ride e premia questo ennesimo quasi “cinecolomba” dell’oramai tramontato cinema italiano. Nella sala dove mi trovavo, però, non ha riso nessuno ma eravamo solo venti persone dello spettacolo pomeridiano.

Comunque e ci sono proprio tutti: la bravissima Angela Finocchiaro, Claudio Bisio, il controrivoluzionario Paolo Rossi e Alessandro Siani che gioca a fare "il Troisi" della situazione che non parte mai. Non si può replicare all’infinito una storia che ha funzionato la prima volta con sorpresa grazie al padre di questi Benvenuti, “Benvenuti al sud” oltrealpino. Quello italiano è stato un successone ma è l’ora di finirla con queste copie che sporcano l’originale.


Ma nel cinema come nella vita reale contano i numeri che si fanno al botteghino.


Poco importa se "alla nave che sta affondando" si aggiungono attori, produttori, tecnici, storie che contribuiscono a tenere in vita questo peggior lato del carattere degli italiani e questo sistema di confenzionare film "faciloni".

Come l’orchestrina sul Titanic…continuò a suonare fino all’abisso per cullare i clienti naufraghi del proprio destino.

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